“Ci sono persone così povere che l’unica cosa che hanno sono i soldi”
Madre Teresa di Calcutta
Nel nostro lavoro, ci capita spesso di entrare in contatto con persone molto diverse tra loro.
Alcuni clienti cercano semplicemente quattro mura; altri cercano un luogo in cui mettere radici, crescere, ritrovarsi.
Ma ogni tanto capita qualcosa che lascia un segno profondo, che ti ricorda perché fai questo mestiere.
Voglio raccontarvi una storia che mi è rimasta nel cuore, e che parla di soldi, certo, ma soprattutto di dignità, rispetto e umanità.
Tutto è cominciato con una villa signorile nel cuore della Brianza.
Una di quelle dimore che, solo a vederle, raccontano la loro storia: mattoni che hanno visto crescere figli, muri che hanno ascoltato risate e silenzi, finestre affacciate su un giardino che ha conosciuto le stagioni di una famiglia.
I proprietari erano una coppia di anziani signori, gentili, riservati, con una lunga vita alle spalle.
La villa l’avevano costruita dal nulla, mattone dopo mattone, passo dopo passo.
Ma col passare del tempo, la fatica di mantenerla e l’età che avanzava erano arrivati a prendere una decisione difficile: vendere la villa di famiglia.
Quando si affidarono a noi dell’Agenzia Meriggi – Ville in Brianza, erano consapevoli di dover voltare pagina, ma speravano che quella pagina fosse girata con delicatezza.
Ci tenevano che la casa finisse in buone mani.
E noi, come sempre, abbiamo ascoltato prima le persone, poi le pareti.
Dopo qualche settimana di visite, ricevemmo l’interesse di un potenziale acquirente: un giovane uomo d’affari, molto diretto; si vedeva che era abituato a trattare e impartire ordini.
Fin dal primo incontro fu chiaro che per lui la villa non aveva un’anima, ma solo un valore immobiliare, preoccupato ancor prima di comprarla a quello che poteva essere il prezzo di una futura rivendita.
La guardava come si guarda un investimento, non come un futuro nido.
La sua offerta economica era indubbiamente interessante: sicuramente al di sopra della media di mercato.
Tuttavia, con la stessa decisione con cui sfoderava le cifre, avanzava richieste e ipotesi che lasciavano poco spazio all’empatia.
“Rogito notarile entro trenta giorni al posto dei 180 chiesti dalla proprietà”
“Tutta la villa libera da persone e cose entro e non oltre il rogito e nessuna condizione per eventuali proroghe”
“Accesso immediato degli architetti per rilievi e misurazioni varie per definire velocemente la parziale demolizione e ricostruzione della villa”
“Abbattimento delle 2 magnifiche magnolie e del roseto per far spazio a dei posti auto coperti”
Non c’era nessuna attenzione verso i proprietari e la loro casa.
Non una domanda su dove sarebbero andati, se avessero bisogno di tempo, se avevano già trovato una sistemazione.
Solo scadenze, firme, conti.
Più di una volta, durante i nostri colloqui, ho avuto la netta sensazione che per lui tutto potesse essere risolto a colpi di zeri, come se il rispetto potesse essere acquistato insieme alle chiavi della villa.
I proprietari, nonostante avessero in mano una proposta con un ottimo prezzo di acquisto, con molto garbo mi coinvolsero nelle loro riflessioni, chiedendomi non un parere tecnico, ma umano.
“Lei cosa ne pensa del comportamento di questo Signore?” mi chiese il Signor Giovanni.
Ed era chiaro che, per loro, la villa non era solo un bene da cedere, ma una parte di sé da affidare a prescindere dal prezzo di acquisto.
Per loro c’era qualcosa che non tornava: il nodo, come spesso accade, non era nei numeri ma nel cuore.
“Non riusciamo a immaginare questa casa nelle mani di questa persona” mi disse poi la Signora.
Con grande serenità, decisero di rinunciare alla proposta.
E così fu.
Ci prendemmo del tempo, continuando con le visite e, qualche mese dopo, arrivarono loro:
Lui architetto, lei insegnante con i loro due bambini. Entrarono nella proprietà quasi in punta di piedi.
La girarono in lungo e in largo due volte facendo numerosi complimenti ai proprietari praticamente su ogni cosa, coinvolgendoli nei loro pensieri su come l’avrebbero riportata a nuova vita.
I loro figli andarono dritti sull’altalena presente nel giardino, e rimasero li tutto il tempo della visita a giocare divertiti.
Si vedeva lontano un miglio erano rimasti folgorati dalla bellezza della proprietà e, a distanza di una settimana, fecero la loro proposta d’acquisto.
Seppur ad una cifra inferiore a quella precedentemente proposta dall’uomo d’affari, i proprietari accettarono di vendere la villa a loro.
Qualche mese dopo, arrivò il giorno del rogito.
Per gli anziani proprietari non era un addio, ma un passaggio di testimone.
Prima della firma, la signora consegnò le chiavi alla nuova proprietaria dentro una scatolina di latta, e ricordo ancora le parole che pronunciò in quel momento:
“È la nostra casa, ma da oggi è la vostra. Fatela ridere di nuovo.”
Ancora oggi, ogni tanto passo davanti a quella villa e sono contento perché so che non abbiamo solo venduto una casa: abbiamo custodito una storia.
Meriggi Immobiliare – Vendita Ville in Brianza – Contatti
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