In tanti anni da agente immobiliare ho avuto il piacere di conoscere veramente tante persone e di occuparmi di tante compravendite. Molti sono gli aneddoti simpatici che ricordo e oggi ne vorrei condividere uno che mi ha stupito al tempo e che é ancora nella mia memoria accompagnato da un sorriso.
Si tratta della vendita di una villa che portai a termine nel 1993.
La villa era composta da due appartamenti indipendenti, uno al piano terra ed uno al primo piano, oltre al piano interrato e al solaio. Due box e il giardino completavano il tutto. Il lato negativo di questa villa era la sua posizione, poiché si affacciava su una strada piuttosto trafficata e vicino ai tralicci dell’alta tensione.
In occasione della mia prima visita per ritirare l’incarico di vendita, la proprietaria mi fece presente che una delle cantine era chiusa, che non avrei potuto accedervi, e con me anche i futuri visitatori. La cosa non mi sembrò poi così bizzarra e così non ci pensai due volte e mi accordai subito con Lei per iniziare le pratiche per le vendita.
Il giorno dopo, mi misi in moto per la ricerca dei potenziali acquirenti. Premetto che, all’epoca, i mezzi a disposizione di un’agenzia immobiliare per vendere una villa erano veramente esigui, se rapportati alle possibilità odierne. Non esistevano né le riviste di settore, né tantomeno i siti web nel settore immobiliare, quindi niente annunci con decine di foto, niente piantine dei vari piani per capire la distribuzione dei locali, niente geolocalizzazione.
A disposizione c’era solo l’archivio richieste, i cartelli da appendere in zona e il volantino distribuito, casella per casella, una volta al mese.
Insomma, i clienti dovevano necessariamente vedere la villa dal vivo anche solo per farsi un’idea dell’immobile.
Gli appuntamenti si susseguivano settimana dopo settimana, e ad ogni clienti che vedeva la villa, quando si scendeva in seminterrato, veniva detto che una cantina non era accessibile.

Devo confessare che col trascorrere del tempo, appuntamento, dopo appuntamento, la mia curiosità di vedere cosa c’era in quella cantina era molta. Dopo diversi mesi dall’inizio della vendita, in occasione di una mia telefonata alla Signora per fissare l’ennesimo appuntamento, la informai che quello sarebbe stato il cliente n. 100 che visitava la sua villa!
Nel giorno concordato, mi presentai con il cliente puntuale all’appuntamento ed insieme entrammo nella proprietà. Al termine della visita, al momento di congedarci, la proprietaria mi chiese se potessi fermarmi 5 minuti. Salutai quindi il potenziale acquirente e rientrai in casa.
La proprietaria mi disse di seguirla nel seminterrato e, giunti alla porta della cantina “che non si poteva vedere”, l’aprì. Non so dire lo stupore, prima di allora non avevo mai visto così tante bottiglie di vino insieme, se non in qualche enoteca molto ben fornita. Come se niente fosse , prese due bottiglie da una rastrelliera e me le porse, come pensiero per l’impegno fino ad allora dimostrato. Un regalo inaspettato che apprezzai molto, specie dal lato umano.

Alla fine riuscii a portare a compimento il mio incarico da giovane agente immobiliare. Ci vollero molto tempo, pazienza e ben 167 appuntamenti per trovare gli acquirenti per quella villa per due famiglie.
Un record di visite impensabile (per fortuna) ai giorni nostri.
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